Rivolgiamo gli occhi verso gli adolescenti

La riflessione di don Nicola De Sena su adolescenti e fede, comparsa nell'ultimo numero del dorso regionale di Avvenire, inDialogo

 

Nell’esperienza pastorale di un prete capita di incontrare tante persone, di qualsiasi età ed estrazione sociale ed è umanamente edificante potersi confrontare con tutti, riuscire ad intessere un dialogo, aprire una porta nell’interiorità di ciascuno, soprattutto nella celebrazione del sacramento della penitenza. Oggi è particolarmente complesso il rapporto con l’adolescenza, cioè la fase che precede la giovinezza e che è, nel contempo, germoglio di quello che potrà essere l’età bella di ciascuno di noi.

Quando ti interfacci con gli adolescenti riesci immediatamente a percepire la difficoltà di aprirsi ad un’alterità, l’incapacità di esprimere ciò che spesso reprimono nel loro cuore.

Sguardi a volte spenti, ripiegati sugli smartphone divenuti l’unico mezzo intercettore di una timida apertura verso un confronto. Poco tempo fa, mi capitò di parlare con un’adolescente; ad un certo punto mi accorsi della sua incertezza e le feci una domanda, che ritenevo fondamentale: «Mi sai dire tu chi sei?». La risposta fu netta e lapidaria, ma mostrava tutto il suo stato interiore: «Boh!». Il suo non riconoscimento di se stessa, la sua incapacità di pensarsi nel mondo mi ha spiazzato e, confesso, ha fatto sorgere in me tante domande.

Noi naviganti ‘esperti’ di questo mare magnum che è la Chiesa, guardando a queste generazioni ci lamentiamo della loro mancanza totale di fede; io credo invece che ci sia mancanza d’amore!

Nella V domenica di Pasqua, il vangelo di Giovanni ci presentava il comandamento nuovo di Gesù: «Amatevi come io vi ho amati»; questa raccomandazione del Signore è la chiave per comprenderci, non solo come Chiesa, ma come umanità nuova. L’amore mette in relazione, provoca un’uscita da noi stessi, a volte fa paura vivere questo sentimento per non restare delusi; questi ragazzi sentono la mancanza di qualcuno che li renda partecipi al mondo, che li faccia sentire parte di una rete di sentimenti e di tenerezza che smuova la loro rigida fissità nella noia e nell’apatia dell’assenza di domande.

«Da questo vi riconosceranno», perché è dal riconoscimento di qualcuno di importante che un ragazzo inizia a smuove la sua incertezza, il suo dubbio, perfino la sua incapacità di amarsi. Sono consapevole che non esistono ricette per districare la complessità di questa età, ma tante volte noto che la mancanza di affetto che loro percepiscono può essere la chiave per poter aprire la porta invalicabile dei loro sentimenti. Proviamo a farli sentire amati, considerati, stimati: l’amore smuoverà anche gli adolescenti più ostinati, ricolorerà i cuori più grigi di un’età complessa, ma bella e intensa da vivere.

 

 




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