Continuare a donarsi, anche se distanti

Come vivono le parrocchie in tempo di pandemia? Prima tappa a Marigliano, per raccontare l'impegno della comunità parrocchiale di Pontecitra per continuare a vivere la comunione e aiutare chi è in difficoltà


Pontecitra è un quartiere di Marigliano, un agglomerato periferico dove la vita è tutt'altro che facile, dove non mancano povertà e criticità sociali. Quasi una ferita nel tessuto urbano cittadino, Pontecitra è però anche una fucina di speranza, grazie soprattutto all'attività della parrocchia Sacro Cuore, divenuta nel tempo, luogo di ritrovo ed accoglienza: una casa comune.

«Alla gente di Pontecitra bisogna dare la possibilità di esprimersi - dice con forza al telefono don Ciro Toscano, parroco del quartiere da qualche mese -, una realtà che non cambierei con nessun'aItra» In questi giorni difficili e di sconforto il suo servizio è tuttavia cambiato: «Abbiamo avuto diverse persone in quarantena. Non sono stati però comunicati ufficialmente casi di positività al Covid. Personalmente tante volte mi sono chiesto il senso del mio sacerdozio in questo periodo difficile. Questo è il tempo di scendere in campo, sporcarsi le mani, stare vicino al popolo e dare speranza». Don Ciro non si arrende e soprattutto non si ferma. «Io mi coordino con la protezione civile, il comune e la Caritas diocesana. Insieme a volontari consegniamo pacchi alimentari e medicine. Ci sono tante persone che prima lavoravano in nero e ora non possono mettere il piatto a tavola. Sono i nuovi poveri. Su facebook ho scritto una lettera di richiesta così da poter essere contatto per assistenza e tanti mi fanno donazioni di denaro e di beni di prima necessità. In questo periodo tutti devono interrogarsi e reinventarsi. Anche la Chiesa. Le persone sanno e devono sapere che la Chiesa è presente e agisce. Se io posso dare il pacco è perché altre mani mi hanno dato il pacco. Stiamo facendo rete in tutti i modi possibili. In questo momento il mio servizio è consegnare pacchi, ascoltare la disperazione della gente con semplici telefonate. Sotto l’aspetto pastorale con dirette facebook recito il rosario, la sera celebro la messa attraverso anche le trombe del campanile perché le persone vogliono sentire la Chiesa vicina. Devo fare capire che in questa  emergenza c’è sempre un Dio che ci ama». In molti si chiedono cosa accadrà dopo. Don Ciro individua già il ruolo che dovrà avere la Chiesa e di cosa ci sarà bisogno: «Post pandemia, avendo ascoltato bene il silenzio in questo tempo uscirà fuori il desiderio di una piena umanità. Il ruolo della Chiesa sarà quello di accompagnare le persone alla scoperta di una nuova umanità». 

Il parroco don Ciro Toscano, in primo piano, con i volontari Caritas


Anche le associazioni parrocchiali stanno rispondendo 'presente' in diversi modi, anche creativi.
Carmela Monda, presidente dell’Azione Cattolica di Pontecitra, ha spiegato come stanno proseguendo i cammini dei vari gruppi e come stanno rispondendo ai bisogni della comunità: «Alcuni soci stanno aiutando con la distribuzione dei pacchi alimentari con la guida del nostro parroco. Gli educatori dei bambini sono in contatto con i genitori con diverse iniziative. Ad esempio come ultima proposta condividere un foto nel gruppo whatsapp su cosa vedono ognuno dal proprio balcone. I giovani interagiscono attraverso videochiamate. Il problema sorge con gli adulti che hanno difficoltà con la tecnologia. Però ogni giorno ci diamo appuntamento a un orario fisso e postando nel gruppo whatsapp la foto mentre si prende un caffè». Carmela sottolinea quali possono essere le possibilità in questo periodo difficile: «L’AC si sente famiglia quotidianamente. C’è sempre l’occasione per incontrarsi anche solo con un pensiero. Abbiamo proposto di preparare la via crucis con altre associazioni via social attraverso dei filmati. Sicuramente manca di respirare l’aria di Chiesa. Questo periodo brutto potrebbe diventare fruttuoso facendo scoprire dopo l’essenzialità».

Un’altra associazione, Luoghi Comuni, ha dovuto riorganizzare le proprie attività per il sostegno e l'educazione delle persone diversamente abili. La presidente Rosita D’Errico ha spiegato cos’è cambiato con il Covid: «Prima del Covid, in mattinata dedicavamo il tempo alla sistemazione di spazi esterni  e pubblici, portando avanti il progetto La Cura del Creato. Di pomeriggio invece facevamo i diversi laboratori come logopedia e yoga. Ora invece continuiamo a fare alcuni laboratori a distanza attraverso piattaforme online. In un primo momento abbiamo dovuto gestire la situazione con i ragazzi perché non riuscivano a rendersi conto della situazione di emergenza e non vedendo il pericolo ancora oggi lo ignorano. Abbiamo proposto all’assessore delle politiche sociali una sorta di centralino dei ragazzi perchè guidati dagli educatori possano tenere compagnia alle persone che sono sole in casa. Abbiamo fatto anche un piccolo video pubblicato su youtube dove ognuno racconta cosa fa nella cooperativa. Un abbraccio comune che cerchiamo di mandare a distanza». 

I ragazzi di Luoghi Comuni, prima dello scoppio della pandemia


La preghiera è al centro delle giornate di quanti sono impegnati per continuare le attività parrocchiali. «La preghiera - spiega Speranza Mautone, responsabile del Rinnovamento nello Spirito Santo di Pontecitra -
non si può fermare.  Non ci facciamo mancare la parola di Dio. Grazie anche al movimento nazionale ogni giorno c’è un programma di formazione attraverso una piattaforma online. Anche con le telefonate cerchiamo di arrivare a quelle persone che si sentono più sole e scoraggiate. C’è questa comunione e questo desiderio di sentirci vicini gli uni agli altri. Ci manca relazionarci di persona e dopo la figura dell’altro avrà un valore unico. Infine in questo tempo di isolamento partecipiamo anche alla Campagna Nazionale del Rns contro il coronavirus Io resto a casa..... E prego/Io resto a casa..... E intercedo/Io resto a casa.... E dono. Concreta vicinanza di fede e di solidarietà.”







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