In viaggio con le tue parole di speranza

Il ricordo di don Alfonso Pisciotta ad un anno dal suo ritorno alla Casa del Padre


Tra qualche giorno, il 9 febbraio, don Alfonso Pisciotta avrebbe festeggiato quarantuno anni di sacerdozio. Un anno fa, però, l'11 gennaio, il suo cuore si è improvvisamente fermato e lui è tornato alla casa del Padre, quel Padre cui aveva affidato il senso di tutta la sua vita. In tanti ne sentono la mancanza - in questi tempi difficili, delle sue parole sempre incoraggianti si sarebbe fatto prezioso tesoro - e in tanti ringraziano il Signore per il dono della presenza di don Alfonso nelle loro vite. Singoli e comunità parrocchiali, come quella di San Giorgio in Somma Vesuviana dove era parroco. 

"Siamo qui questa sera non tanto per ricordare o a dirci quanto ci manchi, piuttosto per ringraziare Dio per il dono che abbiamo ricevuto nell’averti avuto con noi come nostro parroco”: ricordava l'incipit del messaggio che proprio questa comunità parrocchiale ha rivolto al compianto don Alfonso nel giorno della commemorazione, quando, con il parroco don Raffaele Rossi, si è ritrovata intorno alla mensa eucaristica, insieme a tutta la famiglia diocesana e tutta la città di Somma Vesuviana. “Ci manchi, - hanno ancora scritto - e abbiamo pianto con tutta la comunità la tua improvvisa partenza. Accettando la volontà di Dio che ti ha accolto nella Sua infinita misericordia. Solo grazie vogliamo ripetere all’Eterno Padre, per tutto ciò che è stato per noi. Ci manchi, in quest’anno che tu avresti voluto speciale, un anno in cui avremmo avuto bisogno delle tue parole e del tuo conforto…in questo tempo difficile della pandemia. È vero ci manchi, eppure è ancora più vero che in ogni cosa presente ti sentiamo ancora vicino. In ciascuno di noi è indelebile la traccia che hai lasciato in ogni tuo incontro. Ora hai concluso il santo viaggio della vita, viaggio dell’esistenza orientata tutta a Dio: "Beato l’uomo che pone la sua fiducia in Te e decide nel suo cuore il santo viaggio" (Cf Sal. 83-84). Ti sentiamo presente, tu che ora vivi il Regno e non più solo la chiesa, nella comunione dei santi ci inviti ancora al silenzio, all’ascolto e contemplazione della Parola, ad affidarci e a confidare, a porci nella volontà di Dio. Ti sentiamo presente e ci inviti ad essere chiesa, uniti al nostro Pastore e al nostro nuovo Parroco don Raffaele. Perché questa parrocchia sia segno di fraternità e unità in mezzo al mondo. Ti sentiamo presente e ci inviti a sentirci un sol corpo attraverso l’Eucarestia. Per molti di noi sei stato una bella scoperta, motivo di conversione e di ritorno alla vita ecclesiale, alla preghiera, all’incessante colloquio con Dio, ai sacramenti ricevuti e vissuti con maggiore maturità e consapevolezza. Nutriti così dalla Parola e dall’Eucarestia, uniti nella fede ci indicavi la strada per essere vicino ai nostri fratelli, a condividere le sofferenze della nostra gente, per costruire una città più giusta e solidale, a perseguire il bene comune, a proteggere l’ambiente. Ai giovani e agli adolescenti hai voluto particolarmente bene, tanti sono stati rigenerati e aiutati a cercare la vera Via e la realizzazione piena, a scoprire e seguire la chiamata di Dio per la propria vita. In particolare nei tuoi anni di servizio come Rettore del Seminario Vescovile dal 1994 al 1999. E ora proprio in questo anno che è ricorso il quarantennale della tua ordinazione sacerdotale, avresti voluto proporre una riflessione per aiutare a pensare la vocazione, l’appartenenza alla chiesa, la vocazione al servizio, la missione del sacerdote. Alle domande di tanti giovani: qual è la mia strada? E come trovo la mia strada? Tu hai dato risposte profonde e nette. Al seguito di Gesù ognuno trova la sua strada, personale, a cui il Signore chiama. 'La chiamata di Dio non è una ingerenza della nostra libertà ma l’offerta di entrare in un progetto di vita, in una promessa di bene e felicità: non siate sordi a questa chiamata'. Queste le parole che Papa Francesco aveva pronunciato in occasione della Giornata Mondiale per le Vocazioni, con l’invito ad avere il coraggio di rischiare per la promessa di Dio, perché la chiamata del Signore, come quella rievocata nel passo del Vangelo alle due coppie di fratelli, Simone e Andrea con Giacomo e Giovanni, che stanno svolgendo il loro lavoro quotidiano di pescatori, non è una intromissione interessata ma, al contrario, è l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un disegno più grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l’orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante. Don Alfonso con la tua vita e come sacerdote hai testimoniato le parole della vocazione ricordate dal Papa, commentando la pagina del Vangelo di Matteo in cui Gesù cammina sulle acque in tempesta del lago di Tiberiade, per andare incontro ai suoi apostoli impauriti, con l’ordine al vento di cessare e alle onde di placarsi: gratitudine, per “navigare verso la rotta giusta” perchè “la risposta a una chiamata che viene dall’Alto perché è il Signore che ci indica la riva”; coraggio, perché la prima reazione dei discepoli sulla barca nelle acque in tempesta è la paura; fatica, perché “ogni vocazione comporta un impegno”; lode, perché la lode a Dio ci salva. Gesù tende la sua mano e ci salva: la lode ne è, quindi, una conseguenza: come Maria che 'grata per lo sguardo di Dio' su di Lei, vivendo di sola fede 'ha fatto della sua vita un eterno canto di lode al Signore', come ricorda ancora papa Francesco. Con questo sguardo e con Lode a Dio noi, come comunità parrocchiale, insieme al nostro nuovo parroco don Raffaele, continueremo con te su questa Strada che per noi è Gesù Cristo, fissando le cose di lassù, quelle che con la tua vita e il tuo servizio ci hai indicato, per essere insieme al nuovo parroco e uniti al vescovo, comunità di fratelli impegnati nel santo viaggio, insieme a Maria Madre della Chiesa e Madre della Speranza”.  

Ha seminato don Alfonso, e i semi daranno frutto. 

Il prossimo 18 febbraio, ad esempio, a Marigliano, presso il Santuario della Speranza di Marigliano, alle 19, il vescovo Francesco benedirà la Sala Monsignor Alfonso Pisciotta presso la Biblioteca Francescana del vicino convento: un'intitolazione che nasce dalla donazione, alla biblioteca, per volontà di don Alfonso, della sua personale biblioteca.

 

 

 




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