Una vita ricamata con Gesù

Un ricordo della testimonianza di suor Maria Catapano, dell'Istituto Povere Figlie della Visitazione di Maria


a cura di suor Antonella Tufano


Mercoledì 21 aprile 2021, ore 02:00 in Italia. È notte fonda quando il telefono squilla per l’arrivo di due messaggi dalle consorelle che sono in Brasile. Il mio cuore inizia a battere forte. Prendo con timore il telefono, ed ecco il messaggio che non avrei mai voluto ricevere: “Mie care sorelle, purtroppo vi devo dare la notizia che mai avrei voluto darvi e, anche se in tante state riposando, non posso aspettare domani... suor Maria è già in Paradiso”.

La notte è finita per tante di noi che avevamo lasciato il cellulare acceso in attesa della buona notizia che suor Maria, entrata in ospedale lunedì in albis 5 aprile, potesse essere fuori pericolo. Ma non è stato così!

Tanti ricordi hanno affollato la mia mente e il mio cuore e, come le scene di un film, ho ripensato alle esperienze di vita che suor Maria ha condiviso con me e con le mie compagne al tempo del noviziato.

Lei, infatti, che è stata la nostra “maestra”

ci ha accompagnate nei primi passi della vita religiosa condividendo i racconti della sua esperienza, attraverso i quali è riuscita a farci innamorare sempre più di quel Gesù che ci aveva scelte.

Suor Maria Catapano, originaria di San Giuseppe Vesuviano, aveva conosciuto l’Istituto Povere Figlie della Visitazione di Maria, fondato dalla Venerabile Madre Claudia Russo, attraverso la vicina Comunità di San Gennarello di Ottaviano. Proprio lì trascorre gli anni belli della sua giovinezza insieme alle ragazze del paese che passavano i loro pomeriggi imparando dalle mani esperte delle suore l’arte del ricamo e, dalla loro testimonianza, il carisma della fondatrice: portare Gesù ovunque ci si trovi, così come la Vergine Maria ha fatto con la cugina Elisabetta nel Mistero del Rosario che conosciamo come “Visitazione”.

La giovane Maria rimase affascinata dalla vita di madre Claudia e dall’esperienza delle Suore e, quando sentì nel suo cuore che il Signore aveva un grande progetto su di lei, con dolcezza e determinazione lasciò tutto per seguirlo.

Entrò in postulato il 19 settembre 1972 presso casa di Pollena Trocchia e dopo pochi giorni, il 3 ottobre la raggiunsero altre due consorelle: suor Michela Laurato e suor Rosetta De Pasqua con le quali nacque un’amicizia sincera e duratura nel tempo. Tutte e tre furono ora la mente ora il braccio nelle varie vicende del cammino di formazione che si concluse il 2 ottobre 1980, festa degli Angeli Custodi, con la pronuncia dei voti perpetui.

Nella sua vita le furono assegnati vari compiti in diverse case religiose dove portò il sorriso di Gesù,

rimanendo sempre fedele al carisma che aveva sposato per l’eternità.

Nel settembre del 1997 a Barra, Casa Madre dell’Istituto, le furono affidate due giovani ragazze con le quali avviò una nuova esperienza. Da quel momento suor Maria fu la neo eletta Maestra delle Novizie. Una delle due giovani, ero io. Per me e per Suor Alessandra, mia compagna di cammino, iniziò un viaggio meraviglioso, un percorso di crescita umano e spirituale nutrito di tante esperienze belle e profonde, di emozioni particolari, di opportunità significative vissute quotidianamente con suor Maria.

Con il suo dolce sorriso e senza mai stancarsi, ci ha insegnato che sempre, al di sopra di ogni cosa, ci deve essere la fedeltà al carisma, l’amore alla fondatrice, il rispetto incondizionato verso i superiori, la venerazione per le suore anziane e per gli ospiti delle nostre case di riposo”, ci ricordò inoltre che i bambini delle nostre scuole e i giovani che si avvicinano a noi “vanno accolti con dolcezza, perché attraverso di noi possono incontrare l’Amore di Gesù”.

Senza mai perdere la pazienza, ma con l’esempio della sua vita, ci ha testimoniato che “l’obbedienza deve essere abbracciata, perché viene direttamente dall’Alto” e che le difficoltà che sperimentiamo si “consegnano direttamente nella mani di Dio perché Lui tutto può”.

Non amava fare grandi discorsi, il suo stile era fatto di poche parole e tanto esempio.

Ci invitava, infatti, a seguirla in tutto ciò che faceva, cosicché ogni sua esperienza diventava anche la nostra.

Concluso il periodo di noviziato, suor Maria ci ha accompagnate anche nel tempo successivo della formazione. Sono stati cinque anni bellissimi, un’autentica grazia del Signore. Un tempo in cui anche le difficoltà che si presentavano venivano risolte cantando una canzone. Eh, sì! Lei amava tanto cantare, non perdeva occasione per farlo; segno di un’anima buona, pienamente realizzata, sempre pronta a gioire in ogni circostanza.

Nel giugno del 2002, a pochi mesi dalla nostra professione solenne, le fu chiesto di lasciare tutto e partire per la missione in Brasile, senza attendere la celebrazione dei nostri voti perpetui.  Suor Maria aveva chiesto alle consorelle di non dirci della sua partenza perché voleva farlo lei personalmente. Doveva trovare il modo giusto per comunicarci che nel giorno più bello della nostra vita, in cui lei avrebbe “raccolto i frutti del suo apostolato”, non ci sarebbe stata. È impresso nella mia mente il giorno in cui ci disse che doveva andare in Brasile. Ci portò in riva al mare e, dopo qualche attimo di esitazione, scoppiammo in pianto, ma lei, da buona maestra, ci disse che se non l’avessimo fatta partire serenamente, il suo lavoro con noi sarebbe stato inutile. Tra la nostra delusione e la nostra sofferenza, partì.

Suor Maria Catapano

Una nuova avventura l’aspettava in terra di missione in Brasile e anche lì, a tanti chilometri di distanza da noi e dalla sua terra, avrebbe continuato il suo apostolato come Maestra delle Novizie. Le giovani del Brasile che si avvicinavano all’Istituto si sarebbero innamorate del carisma di madre Claudia attraverso la sua testimonianza. Ed è stato proprio così! Venti anni tutti contraddistinti da parole buone, da dolci sorrisi e dall’offrirsi ogni giorno senza tenere niente per sé, ma condividendo tutto con i bambini di strada, con i poveri delle favelas e con i ragazzi abbandonati ospiti della nostra Casa nel villaggio “Barra Nova” a 10 km dalla grande città di Maceiò, sull’Oceano Atlantico.

Don Lino D’Onofrio, che ha rappresentato il nostro Istituto presiedendo la Celebrazione Eucaristica di suffragio nella Parrocchia di San Gennarello, proprio laddove tutto ha avuto inizio, ci ha detto che quando è scoppiata la pandemia è stato chiesto a suor Maria se voleva tornare in Italia, ma lei ha detto di no, ha preferito rimanere in missione. Il suo amore si è sempre diviso tra il Brasile e l’Italia, tra la sua famiglia e l’Istituto delle Suore. Mai ha fatto mancare all’uno o all’altro la sua presenza, ma questa volta è stato diverso.

Il suo cuore era lì, con le giovani in formazione verso la consacrazione, con i bambini e con i poveri.

Erano le ore 21:00 del 20 aprile 2021 in Brasile, quando il progetto di Dio per suor Maria prese un’altra forma, una forma nuova. Dice Madre Claudia in un suo scritto, “è il cielo che si unisce alla terra, è il tutto che si dà al niente”, ma questa volta il “Tutto” della sua vita l’ha portata con sé, nel suo cuore e, anche se oggi regna la tristezza, in noi vuole essere più forte la gioia del Vangelo e l’impegno a continuare a vivere tutto ciò che ci ha insegnato.

 “Il Vangelo non è solo una parola scritta o ascoltata, è anche e soprattutto una parola vissuta. È bello poter 'vedere il Vangelo' e noi, grazie a suor Maria lo abbiamo visto. Grazie suor Maria per la tua testimonianza di vita e di fede – ha detto il parroco don Raffaele a nome di tutta la Comunità di San Gennarello – dal cielo continua ad accompagnare i poveri che hai soccorso e consolato e prega per noi. Amen”.




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