Dal Concilio l’invito a vivere questo Sinodo

Un rappresentanza dell'Ac diocesana ha partecipato alla celebrazione in Vaticano per l'anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II. L'editoriale di Mariarosa Scognamiglio per l'ultimo numero di inDialogo

di Maria Rosa Scognamiglio

amministratore Ac e presidente Mieac

L’invito a partecipare alla celebrazione organizzata dal Dicastero per l’Evangelizzazione in occasione del 60° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II è arrivato una mattina di fine settembre e subito una delegazione dell’Azione Cattolica di Nola ha dato la propria entusiasta adesione.

Un invito che si è configurato come una chiamata ad essere lì, nella Basilica di San Pietro, nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Giovanni XXIII nel ricordo dell’inizio di quel Concilio che, come ha sottolineato papa Francesco, ha portato « la Chiesa ad interrogarsi su se stessa, a riflettere sulla propria natura e sulla missione. E si è riscoperta popolo di Dio, Corpo di Cristo, tempio dello Spirito Santo».

Cosa rimane in questi anni di quel discernimento?

Rimane un popolo di Dio che ha avuto la grande possibilità di comprendere se stesso dando slancio alla ricchezza di ministeri e di carismi ricevuti dalla grazia del Battesimo per essere fermento di Dio nell’umanità.

La delegazione dell’Ac, giunta nella capitale, è stata accolta da un sole splendente e caldo, un caldo simile a quello dell’abbraccio di una madre quale può essere la Chiesa di Roma per tutta la cristianità. Le note del canto «Solo Tu» hanno accompagnato l’ingresso in Basilica che nella sua maestosa bellezza ha accolto in forma ordinata e silenziosa i numeri fedeli presenti. Il Papa, nell’omelia, ha rilanciato, alcuni insegnamenti del Concilio parlando di sguardi. «Lo sguardo dall’alto » con cui la Chiesa va guardata , con gli occhi innamorati di Dio per evitare la tentazione di partire dall’io piuttosto che da Dio; «lo guardo nel mezzo» ovvero stare nel mondo con gli altri e senza mai sentirci al di sopra degli altri; «lo sguardo d’insieme»: tutti, tutti insieme perché il Concilio ci ricorda che la Chiesa, a immagine della Trinità, è comunione. Comunione che più volte è stata tradita dai cristiani che si sono dati da fare per scegliere una parte della Chiesa e servire un piccolo gruppo anziché essere servi di tutti.

Alla fine della celebrazione una pioggia copiosa ha impedito lo svolgimento della prevista fiaccolata e le candele accese sono state spente tempestivamente ma, la fiamma che è stata accesa dalla candela del Papa è rimasta accesa nei cuori e nei volti dei fedeli che, illuminati da quella luce, hanno lasciato la basilica con la gratitudine al Signore per la grazia di poter essere stati lì e la responsabilità di riscoprire il Concilio attraverso il Sinodo che si celebra nella Chiesa italiana. Il cammino sinodale, infatti, dà la possibilità di approfondire quello che il Concilio ha voluto donare in termini di riflessione sulla missione della Chiesa nella storia.

Mentre facciamo memoria dell’apertura del Vaticano II abbiamo la grande possibilità di sentirci ancora coinvolti in quel cammino che è iniziato sessant’anni fa e che in tempi e modi diversi ci vede ancora impegnati ad ascoltarci reciprocamente per dialogare perché il dialogo si oppone alla negazione e pone al centro il bene di tutti.





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