Un festival per Santa Filomena

Si è tenuta ad agosto la prima edizione della manifestazione culturale in onore della santa, le cui spoglie sono custodite nel Santuario di Mugnano del Cardinale. Tre domande al rettore Autorino

Promuovere la rinascita sociale del territorio attraverso la cultura e la valorizzazione della storia locale è possibile.

Lo afferma con convinzione don Giuseppe Autorino, rettore del Santuario di Santa Filomena in Mugnano del Cardinale, dove nel mese di agosto si è tenuta la prima edizione del Festival della cultura, della musica, dell’enogastronomia e dell’arte in onore della santa. Un’occasione importante che ha offerto una possibilità di incontro tra gli esponenti del mondo dell’arte mugnanese che hanno partecipato con componimento musicali, narrativi ed opere inedite al concorso organizzato dalla comunità. Inoltre, gli itinerari storico-artistici proposti hanno permesso di riscoprire le opere d’arte custodite nelle chiese della città e nel museo del Santuario.

Don Autorino, perché nasce il Festival della cultura in onore di Santa Filomena?

Ci siamo posti obiettivi ambiziosi ma nei quali crediamo fortemente. Questa iniziativa non nasce come un unico momento isolato, ma vuole creare un solco nella vita culturale della comunità mugnanese perché possa durare nel tempo, accompagnando la buona crescita della società civile. Un progetto che intende promuovere lo sviluppo integrale della persona attraverso l’educazione e la formazione; valorizzare le eccellenze del territorio attraverso la cultura e turismo; generare proposte sociali ed economiche sostenibili, con attenzione
alla salvaguardia del Creato, che non a caso è stato il tema scelto per il Festival; creare progetti partecipati su scala nazionale ed internazionale. Sono obiettivi che intendono valorizzare legami già esistenti e avviare processi nuovi. Ad esempio, abbiamo un forte legame con la Francia, patria di San Giovanni Maria Vianney, grande devoto di Santa Filomena: non sono pochi,
infatti, i pellegrini francesi che vengono in visita nel nostro Santuario. Cominciare a coltivare queste relazioni può rappresentare un’opportunità importante.

La devozione popolare, in questo modo, diventa veicolo di rigenerazione culturale e sociale.

A Mugnano custodiamo un grande tesoro storico, culturale e spirituale che è unico nel suo genere. È nostra intenzione ricostruire la ricca storia della devozione a Santa Filomena attraverso le ricorrenze dei papi che sono stati devoti della Santa: Pio VII che ha donato il sacro corpo al nostro Santuario, Gregorio XVI che concesse il culto universale e inviò al santuario preziosi doni, Pio IX nel 1849 e successivamente Leone XIII, allora arcivescovo di Benevento, fecero visita al nostro santuario e pellegrini furono anche i reali Ferdinando di Borbone e Maria Teresa d’Asburgo. Ci sono, inoltre, due sacramentali, l’olio della lampada presente all’altare della Santa e il cordone bianco e rosso, segni riconosciuti da Leone XIII. Tutti questi avvenimenti ci donano uno spaccato importante della nostra storia che coinvolge e parla al popolo dei fedeli e alla società intera e che diventa canale di riscoperta della bellezza e delle potenzialità
di un territorio, capaci di superare i confini locali e nazionali.

Qual è l’attualità della spiritualità filomeniana?

Dalle testimonianze che abbiamo della devozione a Santa Filomena certamente possiamo imparare l’amore per la cultura, che tanto ha da dire in questo tempo di precarietà sociale, politica, religiosa. Nella storia della nostra “Santina”, come amava chiamarla san Giovanni Mari Vianney, sono invece due i valori che, soprattutto come Chiesa, siamo chiamati a coltivare nella vita di tutti i giorni: la centralità dell’Eucaristia e la purezza, come modello di vita integra di fronte alle insicurezze del contesto contemporaneo. L’invito è di venire a far visita nel Santuario e al sacro corpo di Santa Filomena per affidare tutto ai suoi piedi, immergendosi in percorsi storici e artistici di unica bellezza. 

 




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