Nessuna difficoltà può separarci dall'amore di Dio in Cristo Gesù

Le parole del vescovo durante l'omelia per la solennità di San Felice vescovo

Ieri sera, il vescovo Francesco Marino, ha celebrato la Santa Messa per la Solennità di San Felice vescovo, patrono della città e della diocesi di Nola.

«Carissimi, - ha detto durante l'omelia - la Parola di Dio è occasione per rendere grazie al Signore stesso. A questo esorto tutti voi: l'incoraggiamento dalla Parola apre infatti il cuore alla gioia. Non solo oggi, giornata di una festa radicata, ma sempre. La Parola di Dio di questa sera fa riferimento alla figura e testimonianza di San Felice, certo, ma è anche Parola di Dio rivolta a noi in questo tempo, in questa fase della storia. Una fase difficile che colpisce tutti, anche la stessa Chiesa, che è  provocata da questi avvenimenti. E quindi, come non avvertire la carica di profondo pathos nella lettera rivolta da Paolo ai Romani: l'apostolo fa un elenco di situazioni gravi cui la comunità ha fatto esperienza ma che non la possono separare dall'amore di Dio, l'amore di Dio in Cristo Gesù. Dio che non ha risparmiato il proprio figlio. Questo è il punto centrale di tutta la nostra esistenza come lo è stato per San Felice: questo è il nostro cibo, il senso della nostra esistenza. L'amore di Dio in Cristo Gesù, che noi viviamo e su cui costruiamo i nostri 'cantieri di Betania', su cui costruiamo il bene delle nostre comunità. Grazie al Signore per il suo dono, questo voglio dire stasera con voi. Perché davanti alle difficoltà e alle costrizioni, materiali e spirituali, non possiamo che rispondere con la fede: Paolo ci invita a rispondere ricostruendo la gioia e la speranza a partire da Cristo e non da noi stessi. La Festa di oggi vuole essere presa di coscienza di questa consapevolezza: Dio non ha risparmiato suo figlio e quindi non ci farà mancare nulla per il bene integrale dell'umanità intera. E non ci farà mancare il suo sostegno nel Cammino sinodale che stiamo vivendo: continuiamo a sviluppare l'ascolto e la partecipazione; chiedo a tutte le comunità parrocchiali di fare una verifica su questo, sulla corresponsabilità, per poter sempre più allargare gli orizzonti, per far crescere competenza e partecipazione responsabile». 

 




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