Fisc, eletto il nuovo consiglio: c'è anche la Campania

Dal 23 al 25 novembre, a Roma, si sono riuniti i direttori dei 200 giornali diocesani appartenenti alla Federazione Italiana dei Settimanali cattolici

Dal 23 al 25 novembre i direttori dei 200 giornali diocesani appartenenti alla Federazione Italiana dei Settimanali cattolici (Fisc) si sono ritrovati a Roma per la XX Assemblea nazionale elettiva ordinaria sul tema “La Fisc: una voce a servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità”. Un momento di incontro, di verifica e di confronto in cui i rappresentanti delle testate sparse sul territorio nazionale hanno eletto i loro rappresentanti al Consiglio nazionale della Federazione.

Fisc, l'assemblea elettiva e il messaggio di Papa Francesco

Nella mattinata di giovedì 23 novembre, i membri della Fisc, insieme a quelli di Uspi, delle Associazioni Corallo e Aiart, sono stati ricevuti in udienza da Papa Francesco.

«Vi occupate di stampa, televisione, radio e nuove tecnologie, con un impegno a educare ai media i lettori e gli utenti – ha detto Francesco –. Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità. Anzi, direi che ben rappresentate quella geografia umana che anima il territorio italiano. Negli ultimi anni diverse innovazioni hanno interessato il vostro settore e per questo è necessario rinnovare sempre l’impegno per la promozione della dignità delle persone, per la giustizia e la verità, per la legalità e la corresponsabilità educativa».

Di qui l’invito a «non perdere di vista, nel contesto delle grandi autostrade comunicative di oggi, sempre più veloci e intasate, tre sentieri, che è bene non perdere di vista e che vanno sempre percorsi: formazione, tutela e testimonianza».

Nel pomeriggio l’apertura dei lavori con l’intervento di monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei. «I nostri giornali sono laboratori di corresponsabilità – ha detto monsignor Baturi nel suo intervento –, perché operano quotidianamente l’ascolto e il discernimento, il racconto e la lettura di fede, a servizio di tutta la comunità. La vostra azione è aperta a servizio delle Chiese e delle comunità che abitano i nostri territori. La corresponsabilità informativa diventa specchio per l’agire ecclesiale».

«Sottoscrivere un nuovo ‘patto’ con le Chiese locali volto a ribadire il ruolo che il settimanale diocesano ha al loro interno. Non dobbiamo mai dimenticare che la nostra è una Federazione di direttori, rappresentanti degli editori. E come direttori dobbiamo farci carico di pensare per aiutare le nostre Chiese a pensare, mettendo al centro del dibattito i temi della Chiesa e quelli dei territori», ha sottolineato Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano di Gorizia “Voce Isontina” e presidente uscente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), nella sua relazione di apertura all’Assemblea.

Il secondo giorno dei lavori è stato caratterizzato dalla testimonianza di padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, «Gaza è completamente distrutta – ha spiegato -. I nostri cristiani si sono radunati nel convento latino: 700 persone al freddo, senza medicine, mangiare e bere; 18 persone sono morte a causa di un bombardamento: 9 donne e 9 uomini. Tutti hanno perso la casa». Il vicario della Custodia di Terra Santa ha descritto la situazione a Gerusalemme dove, come nel resto della Terra Santa, è cambiato tutto. «In Terra Santa esiste un prima del 7 ottobre e un dopo il 7 ottobre, come l’11 settembre per gli Stati Uniti. La gente ha paura di uscire, non c’è nessuno per strada. Aree chiuse per motivi di sicurezza. Persone spaventate. Bambini musulmani che hanno paura che il padre possa andare a pregare nella moschea, perché potrebbe essere ucciso». Una situazione simile a quella di Betlemme: «È una città morta, chiusa, vuota, deserta. Entrare ed uscire è difficilissimo».

A seguire l’incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. «L’Europa è stata unita quando le sue radici erano quelle cristiane – ha detto Mantovano –. Il fallimento è iniziato nel 2004, quando ha iniziato il dissociarsi dall’appello di Giovanni Paolo II di fare riferimento alle radici cristiane. Una delle concause del conflitto che oggi è in terra europea, perché l’Ucraina è in terra europea, deriva dal fatto che si sono privati i cittadini europei della loro consapevolezza cristiana. Oggi si scontrano popoli che hanno origini cristiane». Mantovano ha parlato prima di tutto di migrazioni, ribadendo la linea del governo Meloni, compresi i campi previsti in Albania, invitato poi dal presidente della Fisc, Mauro Ungaro, a trattare il tema Europa ed elezioni. «L’Europa deve riscoprire le ragioni della propria unità e per farlo, oltre che andare alle sue radici, deve andare alla sostanza. Trovo schizofrenico che ci siano lunghissime discussioni sulla cosiddetta carne sintetica e, con eguale profondità, che non si parli di immigrazione, che dovrebbe essere una delle priorità», ha dichiarato Mantovano aggiungendo: «Trovo distante dalla realtà che oggi sia molto probabile il ristabilimento del patto di stabilità, dopo le ricadute della pandemia e della guerra. Sembra che le regole vengano prima delle esigenze dei popoli. Le regole sono indispensabili ma l’interesse dei popoli è quello di non essere schiacciati dalle regole. Questo è il nocciolo delle elezioni europee». Unirsi intorno a ciò che è veramente importante, questo è l’invito del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che ha toccato anche argomenti come famiglia, scuola e giovani, definendole “tre realtà in via d’estinzione”, data la scarsa natalità e ribadendo l’impegno in tal senso del governo con la finanziaria, limitata dalle scarse risorse, fiaccate da male gestioni precedenti. Per Mantovano è necessario un cambio di paradigma, dove mettere al mondo un figlio è uno sguardo al futuro, una speranza, e dove dire no ai figli un metodo educativo passato da riscoprire per evitare anche omicidi come l’ultimo femminicidio saltato alla cronaca. «La comunità cristiana dovrebbe recuperare la capacità di dire no», ha concluso.

Il nuovo Consiglio nazionale: c'è anche la Campania

Nella serata di venerdì si sono tenute le consultazioni elettorali che si è conclusa con l’elezione del nuovo Consiglio nazionale per il quadriennio 2024/2027: Walter Lamberti, Fabrizio Frattini, Maria Grazia Olivero (circoscrizione nord ovest); Mauro Ungaro, Martina Pacini, Daniela Verlicchi (circoscrizione nord est); Simone Incicco, Alessandro Paone (circoscrizione centro); Davide Imeneo Davide, Maria Saveria Gigliotti (circoscrizione sud). Inoltre, risultano eletti tra i più votati: Mariangela Parisi, Lorenzo Rinaldi, Emanuele Occhipinti, Giampaolo Atzei, Massimiliano Firreri, Luca Bortoli.

I delegati regionali eletti sono: Beatrice Testadiferro (Marche), Sabrina Penteriani (Lombardia), Roberto Comparetti (Sardegna), Mario Manini (Umbria), Costantino Coros (Lazio), don Doriano Vincenzo De Luca (Campania), Domenico Mugnaini (Toscana), Jurij Paljk (Triveneto), Marilisa Della Monica (Sicilia), don Enzo Gabrieli (Calabria e Basilicata), Luigi Lamma (Emilia Romagna), Chiara Genisio (Piemonte), don Oronzo Marraffa (Puglia), Domenico De Simone (Abruzzo e Molise), Raffaele Iaria (giornali esteri).

Il più votato in assemblea è stato il Presidente uscente Mauro Ungaro con 84 voti.

Nel nuovo Consiglio figurano due rappresentanti della Campania: Mariangela Parisi, responsabile del mensile  della diocesi di Nola, inDialogo (dorso di Avvenire) e don Doriano Vincenzo De Luca, vicedirettore del Settimanale Nuova Stagione della diocesi di Napoli.

A seguire tutti i voti:
Simone Incicco 55 voti
Martina Pacini 53 voti
Don Davide Imeneo 47 voti
Saveria Maria Gigliotti 43 voti
Walter Lamberti 41 voti
Daniela Verlicchi 41 voti
Fabrizio Frattini 40 voti
Maria Grazia Olivero 39 voti
Mariangela Parisi 39 voti
Lorenzo Rinaldi 39 voti
Emanuele Occhipinti 38 voti
Don Alessandro Paone 38 voti
Giampaolo Atzei 37 voti
Luca Bortoli 36 voti
Massimiliano Firreri 36 voti





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