Pastorale giovanile: educatori che raccontano Cristo con la vita

Il Meeting delle Consulte di pastorale giovanile della Campania è stato un momento di forte spiritualità grazie agli spunti di riflessione offerti dai relatori

Una giornata di gioia, per imparare a servire nella gioia, è quella vissuta, lo scorso 4 novembre, dalle Consulte diocesane di Pastorale giovanile campane, ritrovatesi a Nola, ospiti della diocesi guidata dal vescovo Francesco Marino, per l'annuale Meeting dedicato alla Pastorale giovanile. 

Un momento di forte spiritualità grazie al luogo che ha accolto i membri delle diverse equipe diocesane - il complesso paleocristiano delle Basiliche di Cimitile - e agli spunti di riflessione offerti dai relatori. 

Il vescovo di Pozzuoli e di Ischia, monsignor Carlo Villano, delegato della Conferenza episcopale Campana (Cec) per la Pastorale giovanile, ha tenuto una relazione sul tema "Dalle origini della fede alla Gmg: servire con i giovani nella gioia", ispirato al versetto 2 del Salmo 100, da cui è tratto lo slogan dell'incontro regionale: “Servite il Signore nella gioia”.

Monsignor Villano: «I giovani ci ascoltano se da educatori raccontiamo Cristo con la nostra vita»

Richiamando l’immagine dei discepoli di Emmaus – icona del Cammino sinodale delle Chiese in Italia – monsignor Villano ha sottolineato che «Cristo è il vero educatore che ascolta e cammina con i discepoli. Alla luce del cammino sinodale possiamo mettere a fuoco due consapevolezze. La prima è che i giovani vogliono essere ascoltati, ma non da noi, dalla Chiesa. E questa è una sfida. Della Gmg è rimasto il “todos todos todos” del Papa. Allora siamo chiamati ad annunciare Gesù a tutti, anche a quelli che non stanno con noi e non vogliono confrontarsi con la Chiesa. Mi domando come fare ad annunciare Gesù a loro? Per questo non posso stare tranquillo. Questo è il motivo della nostra inquietudine. Con quale linguaggio parlare ai giovani? È un problema di linguaggio? Con la nostra vita raccontiamo Gesù? - si è domandato monsignor Villano -. Noi non siamo semplici comunicatori di un contenuto dottrinale, ma educatori che con la vita raccontano l’esperienza di Cristo. Non credo che i giovani non siano interessati, siamo noi che dobbiamo riprendere questa narrazione: "Come il Signore ha trasformato la mia vita". Il Vangelo va annunciato a tutti attraverso la nostra esperienza di fede. Accogliere tutti (todos) è la prerogativa della Pastorale giovanile della nostra regione. La seconda provocazione che viene dal Cammino sinodale è che proprio tutti noi educatori siamo responsabili dei giovani della nostra regione. Dalla crisi di questo tempo possiamo uscire con creatività tentando strade nuove, accompagnando i giovani, animati da una sana inquietudine».

Il nuovo incaricato del Servizio nazionale di Pastorale giovanile, don Riccardo Pincerato, ha invece lasciato tre suggerimenti per servire il Signore nella gioia: curare il rapporto personale col Signore, promuovere il ruolo della comunità cristiana, creare una rete di alleanze educative con il territorio.

Don Pincerato: «Importante prendersi cura di chi si prende cura dei giovani»

«Non esiste la pastorale giovanile in astratto - ha detto don Pincerato - ma ci sono le persone che fanno pastorale giovanile. E chi è impegnato rischia di percepire la solitudine. Ma non è vero che non ci sono i giovani… Già prendersi cura di chi si prende cura dei giovani è un servizio fondamentale, come anche mettere insieme chi lavora con i giovani. Alla Gmg c’è stata una bella risposta: abbiamo compreso ancora una volta che i giovani hanno bisogno di essere ascoltati ma da adulti significativi. La Pastorale giovanile è chiamata a offrire uno spazio di incontro dove tutti si sentano accolti. E non sono responsabili di questo solo i preti, ma deve esserci attenzione da parte di tutti, creando alleanze educative con il territorio. Spesso abbiamo a che fare con adolescenti frammentati alla ricerca di un’esperienza unificante».





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