Da Batnaya a San Gennarello: la Madonna ferita da Daesh

Giunta dall'Iraq, la sacra effige resterà nella parrocchia di Ottaviano fino a domenica 28 maggio

Segnata nel volto dalla furia di Daesh, nell’agosto 2014, la statua della Madonna di Batnaya - cittadina della Piana di Ninive, in Iraq, a circa 24 km da Mosul - è stata accolta dalla comunità parrocchiale di San Gennaro Vescovo e Martire in San Gennarello di Ottaviano, dove resterà fino al 28 maggio, giorno nel quale, alle 10:30 si celebrerà una Santa Messa di saluto e l’atto di affidamento della comunità a Maria.

«Il mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna, si arricchisce di un segno importante per la nostra Comunità di San Gennarello. Accogliere questa immagine sfigurata dalla violenza è un’occasione unica. Come comunità cristiana che porta il nome di un martire, infatti, abbiamo il dovere di sentirci vicini ai cristiani in Iraq e a quanti in ogni parte del mondo sono ancora oggi perseguitati perché cristiano», ha sottolineato parroco don Raffaele Rianna.

Don Raffaele Rianna incensa la statua proveniente da Batnaya
Don Raffaele Rianna incensa la statua proveniente da Batnaya

Mercoledì 24 maggio, alle 21:00, nel giorno della festa di Maria SS. Ausiliatrice, la parrocchia di San Gennaro si ritroverà insieme alle comunità parrocchiali del VII decanato (Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano e Terzigno) per pregare il Santo Rosario invocando l’intercessione della Madonna “aiuto dei cristiani”. Giovedì 25 maggio, alle 20:30, al termine della giornata di Adorazione Eucaristica ci sarà l’incontro Padre Jalal Yako, sacerdote iracheno originario di Qaraqosh nella Piana di Ninive che racconterà l’esperienza della dolorosa persecuzione in Iraq.

La Madonna 'ferita' di Batnaya

Il pellegrinaggio in Italia della statua ‘ferita’ della Beata Vergine Maria giunta in Italia è promosso da Aiuto alla Chiesa che Soffre, la Fondazione Pontificia che sostiene i cristiani perseguitati nel mondo: «Durante l’invasione di Daesh – si legge sul sito della fondazione - furono profanate e semidistrutte oltre 300 chiese, molti cimiteri e monasteri. Alcune statue sacre sono state recuperate, ma in molti casi le comunità cristiane hanno scelto di non rimuovere i segni delle profanazioni, a perenne memoria della persecuzione sofferta».






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