L'eros del prete. Il centro vitale dell'affettività

La meditazione di don Emilio Salvatore per il presbiterio nolano durante il ritiro di Quaresima del 5 marzo

In occasione del ritiro di Quaresima del clero nolano, tenutosi presso il Seminario di Nola lo scorso 5 marzo, è stato don Emilio Salvatore, docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, a guidare la meditazione sul tema “L’eros del prete. Il centro vitale dell’affettività”.

Discepoli appassionati del Signore: la meditazione di don Emilio Salvatore per il presbiterio nolano

Dopo una prima parte dedicata al fondamento biblico della chiamata, in cui ha delineato le reazioni di vocante e vocati e si è soffermato sul celibato di Gesù, don Salvatore ha richiamato l'attenzione sulla dimensione discepolare e sul centro vitale dell’affettività del presbitero. Un centro che, ha concluso don Salvatore, è in altre parole, la passione: «Essa è un centro vitale che funge da centro di trazione, che sappia assieme dare unità e mettere in movimento tutto l’apparato psichico, e dia forza e determinazione di scegliere e progettare responsabilmente la vita: è la dimensione del pathos. In cosa si può identificare tutto questo...nel nucleo oblativo della vita di Gesù, che si gioca per il Padre, per i suoi, per l’umanità intera. Possiamo dire che l’amore di Dio costituisce il centro dell’amore del Figlio. Solo questa passione, anima tutto l’agire e il vivere della persona. Solo tale passione può giudicare e orientare l’amore, formare la coscienza e portare a galla quell’egocentrismo inconscio e inconfessato che è madre di tutte le immaturità; può scoprire l’autentico mistero della sessualità e darle ordine, dirne rischio e ricchezza, rivelare che l’amore ha le stigmate e se non ce l’ha, non è vero amore… La certezza d’esser amato e la certezza di poter e dover amare. Queste due certezze gli consentono di vivere in pieno la sua sessualità, o d’interpretare la castità come sessualità pasquale, convertendo l’eros in passione per Dio e per gli uomini. Solo il dramma della pasqua dell’Agnello fa sentire la responsabilità altrettanto drammatica (= pathos) della propria scelta e d’una scelta che non può esser delegata, che è poi la responsabilità dell’amore ricevuto che tende per natura a sua a divenire amore donato; solo il dramma della scelta libera di Gesù può comunicare la forza di scegliere in ogni istante di vita, di pro-gettare l’esistente gettandosi al di là di sé e consegnandosi agli altri, fino alle conseguenze più radicali ed esigenti».

La relazione di don Emilio Salvatore





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