Ministranti in festa al Seminario di Nola

Sono circa 70 i ragazzi che hanno aderito all’invito e che si ritroveranno a vivere momenti di ascolto e confronto sul tema “Servite il Signore nella gioia! (Salmo 100,2)”.

La Comunità vocazionale della diocesi di Nola si appresta a vivere oggi, 11 maggio, la Festa diocesana dei ministranti che si terrà, dalle 16:00, presso il Seminario vescovile.

Il rettore, monsignor Iannone: «La festa è un'occasione per ricoprire la dimensione vocazionale del servizio all'altare»

Sono circa 70 i ministranti che hanno aderito all’invito e che si ritroveranno per vivere momenti di ascolto e confronto sul tema “Servite il Signore nella gioia! (Salmo 100,2)”.

«Abbiamo deciso di rilanciare la Festa diocesana dei ministranti, anche su incoraggiamento del vescovo, nella consapevolezza che la liturgia ben celebrata, grazie anche al contributo di ragazzi e ragazze, giovani e adulti che assicurano un ordinato svolgimento dei riti, sia uno spazio privilegiato di esperienza del Signore e di amore alla Chiesa – spiega il rettore del seminario vescovile, monsignor Francesco Iannone -. Vogliamo quindi con questa festa ringraziare e valorizzare quanti con il loro servizio aiutano i presbiteri e le comunità a celebrare bene, senza inutili estetismi ma anche senza pigre sciatterie: senza liturgia, infatti, l’annuncio della parola si risolve in comunicazione intellettualistica e la carità si riduce a filantropia. È vero però anche il contrario: senza la Parola di Dio la liturgia si trasforma in rito magico e senza l’amore vero ai fratelli la celebrazione è coreografia un po’ falsa, direbbe San Giovanni. Allora questa festa, con i suoi momenti di catechesi e di ascolto, vorrebbe anche essere un invito a prendere sul serio il servizio all’altare riscoprendone la dimensione vocazionale, cioè la chiamata che vi risuona a sentirsi corresponsabili della Chiesa, della sua preghiera, della sua missione. Viverla nel giorno dell’Ascensione, quando comincia “il tempo della Chiesa” è perciò assai significativo. E poi lo sappiamo: quale vocazione al sacerdozio non è passata attraverso l’esperienza del servizio liturgico in parrocchia?».

Ministrante: un servizio che invita a farsi servi amando Dio e i fratelli

Il ministrante è quel ragazzo o ragazza che serve all’altare ed assiste il sacerdote o il diacono durante le celebrazioni liturgiche. Il termine ministrante, dopo il Concilio Vaticano II, ha sostituito il termine “chierichetto”.

Si tratta di un vero e proprio ministero: «Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della “schola cantorum” svolgono un vero ministero liturgico – si legge al numero 29 della Sacrosanctum Concilium - Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi. Bisogna dunque che tali persone siano educate con cura, ognuna secondo la propria condizione, allo spirito liturgico, e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine».

Il termine “ministrante” deriva dal latino “ministrans”, spiega l’Ufficio nazionale liturgico della Cei, «cioè colui che serve, secondo l’esempio di Gesù, il servo per eccellenza, obbediente fino alla morte, che invita anche noi a farci servi amando Dio e tutti i nostri fratelli. Quindi essere ministrante non si riduce soltanto a prestare un servizio all’altare, fatto con attenzione, generosità e impegno. Il ministrante principalmente è un ragazzo/a che attraverso il Battesimo è diventato amico di Gesù, vuole approfondire la sua fede, viverla in un servizio concreto e che nella vita di ogni giorno e con tutti cerca di vivere quello stile di amore che Gesù ci ha insegnato».









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