A Scafati un incontro sul coraggio di pensare oltre la rassegnazione

Domani, 3 ottobre, presso la parrocchia San Pietro Apostolo, è in programma l'ultimo appuntamento del ciclo di incontri sul tema "Dialoghi sulla Speranza"

Domani, venerdì 3 ottobre, alle 20:30, la comunità San Pietro apostolo di Scafati si ritrova per l'ultimo appuntamento del ciclo di incontri "Dialoghi sulla Speranza", inserito nel programma dell'Anno Santo che la parrocchia scafatese sta vivendo con una serie di iniziative. 

L'incontro è dedicato al tema "Il coraggio di pensare oltre la rassegnazione" nato dal comune desiderio di «riappropriarci di un pensiero critico che sia anche capace di dire no e di obiettare, un grande atto di resilienza e di speranza», ha sottolineato il parroco, don Luca Tufano

Per trovare il coraggio di pensare oltre la rassegnazione"

Ad ospitare l'incontro sarà, come i precedenti appuntamenti, il teatro San Pietro. Dopo l'introduzione di Nicola Sergianni, presidente emerito dell'Ac parrocchiale, interverranno la docente di Studi femministi e di Genere presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma, Pastora Letizia Tomassone, e il professore Gennaro Carillo, ordinario di Storia del pensiero politico presso l'Università degli Studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa". A moderare sarà Carla Aramo, ricercatrice dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare.

«Per quanto riguarda quest'ultimo appuntamento con i due relatori vogliamo mettere al centro l'importanza della riflessione e del pensiero critico in un tempo appunto di superficialità, di ritrosia, di andare a fondo alle questioni, ai problemi, ad essere autocritici rispetto a tanti temi che in questo momento ci riguardano. Pensiamo appunto alla guerra, le opposizioni, i populismi, l'ambiente e quant'altro», ha dichiarato il parroco, don Luca Tufano.

Dall'incontro sul tema "Il coraggio di pensare oltre la rassegnazione" «si trattiene la ricchezza dell'ascolto di tutti, è un sentiero questo che sentiamo anche come comunità, come consiglio pastorale di dover continuare a camminare, questa sensibilità non solo nel sentirci tra noi come comunità, ma lasciarci anche che altri al di fuori, tra virgolette, del nostro recinto ci provochino e ci arricchiscano», ha aggiunto don Tufano.

Il parroco, don Luca Tufano: «La speranza si rafforza con il contributo di tutti»

La parrocchia scafatese ha voluto vivere l’Anno Santo in maniera approfondita, camminando lungo quattro vie. La prima è la via della preghiera, dell’ascolto e della riconciliazione: ogni primo giovedì del mese si tiene un’adorazione eucaristica e una veglia di preghiera sul tema della speranza, con un tempo di ascolto per l’accompagnamento spirituale. Poi c’è la via della Parola, con tre lectio divine comunitarie sulla speranza vissuta dai profeti, da Maria e dagli apostoli, e gli esercizi spirituali per la Quaresima sul Libro dell’Apocalisse. La terza è la via della comunità, caratterizzata da pellegrinaggi. Infine la via del dialogo: quattro incontri con persone di varie professionalità: scienziati, economisti, umanisti, di diverse fedi e non credenti. Il programma giubilare della parrocchia scafatese si chiuderà il 14 dicembre 2025 con il contest “Voci di speranza”, un bando aperto a chiunque voglia dare forma alla sua visione di speranza.

Il parroco don Tufano ha evidenziato come questo cicolo di incontri sia servito alla comunità scafatese per approfondire ancora di più il tema della speranza: «È stato un percorso nel quale abbiamo voluto confrontarci ed ascoltare la voce della speranza di tutti. Quindi quando intendiamo tutti, intendiamo appunto personalità di altre fedi religiose o cristiane, non credenti, personalità di altri ambiti di lavoro e di sapere umano. E sentire dunque, pur nella diversità dei percorsi di provenienza, lo stesso merito e lo stesso lavoro quotidiano che si fa per alimentare e rafforzare la speranza appunto nelle più svariate vocazioni, ambiti, professionalità e ciò che alimenta ulteriormente la speranza. Sentire davvero che nella diversità tutti speriamo rafforza la speranza», ha aconcluso don Tufano.




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