A poche ore dal lancio dell'iniziativa si era già registrato il "tutto esaurito". Sono state infatti circa 300 le persone che hanno accolto l'invito dell'Associazione Meridies che, in collaborazione con l'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Nola, ha organizzato la serata di promozione storico-artistica "Quello che passa il convento" con l'obiettivo di offrire un approfondito sguardo sulla vita quotidiana delle monache nei conventi di Nola.
«Il successo della serata conferma quanto l’arte e la storia del nostro territorio continuino ad affascinare il presente. Per l'associazione Meridies - che ricordiamo è fatta di professionisti che con gratuità mettono a disposizione le proprie competenze per azioni varie di promozione del patrimonio locale - vedere risplendere negli occhi di chi prende parte alle iniziative la luce della meraviglia è il risultato più importante», ha dichiarato il presidente dell'associazione, Michele Napolitano.
Un'iniziativa nata dalla lettura dei libri del convento
L'evento, svoltosi ieri 29 dicembre non è stato una semplice visita guidata. Ci sono stati, infatti, inclusi momenti teatrali e degustativi che hanno permesso ai partecipanti di immergersi completamente nell'atmosfera e nella vita del convento. L'idea è scaturita dalla lettura di documenti custoditi presso l'archivio diocesano di Nola. I libri dei conventi includono note di spesa, elenchi di fornitori e descrizioni di piatti e prelibatezze preparati per diverse occasioni, offrendo un affascinante spaccato della vita conventuale.
Chi ha preso parte a “Quello che passa il convento” attraverso la voce di Antonia Arpaia, donna che, nell’800, era a servizio del monastero di Santa Chiara, ha potuto scoprire le lettere di raccomandazione necessarie per entrare in convento e le somme che le monache portavano in dote. Ma soprattutto hanno potuto capire quale fosse la dieta nel convento: verdure, carne, maccheroni. Ma anche dolci, alcuni riprodotti ieri per essere assaggiati: non tanto i dolci della tradizione napoletana ma soprattutto bocconotti, frittelle acqua e farina insaporite dal miele e dalla cannella, pizze di latte e ricotta, mandorle.
Un patrimonio che racconta store nella storia, sempre nuove
L'evento di ieri è stato un momento inedito che ha ricostruito un aspetto particolare del convento di Santa Chiara «che era il più grande della città di Nola, anche quello più antico, fondato quasi in contemporanea con quello napoletano che è del 1310: infatti, nel 1330 la regina Sancia de Maiorca, fondatrice del convento di Napoli, interviene per dirimere un litigio sul monastero nolano. Con Meridies abbiamo messo in scena il quotidiano della cucina del convento nolano, raccontando cosa mangiavano e cosa preparavano le monache, cosa portavano i fornitori, il pranzo di Natale con baccalà e capitone. Ma, abbiamo anche mostrato alcune ceramiche che ho rinvenuto nello scavo condotto il mese di agosto e che ha portato in luce un sistema idrico molto complesso in rapporto alle cisterne a servizio del monastero: le ceramiche rappresentano quelle che erano le stoviglie della vita quotidiana. Inoltre, abbiamo illustrato, attraverso una mappa inedita del 700, tutti gli ambienti produttivi del monastero. Come l'antirefettorio, con la fontana dove le monache, prima di entrare in refettorio, detergevano le mani e poi lavavano le stoviglie, e con il pozzo dove c'è ancora l'acqua. Abbiamo poi raccontato della vecchia cucina che viene poi sostituita perché affumicava la chiesa. Abbiamo raccontato tanti piccoli pezzi di vita quotidiana claustrale che hanno entusiasmato le persone e che ci rendono orgogliosi del nostro patrimonio e del nostro impegno», ha commentando la direttrice dell'ufficio Beni culturali della diocesi di Nola, Antonia Solpietro, sottolineando anche che le ricerche non si fermano per portare in luce nuove storie nella storia.