La gioia del miracolo della manna di san Felice, primo vescovo e martire di Nola, ha aperto la giornata dell’8 dicembre, memoria liturgica dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Ad annunciare la presenza del prodigioso liquido, segno della benevolenza del patrono della diocesi, è stato il tesoriere della Cattedrale, don Angelo Masullo: «San Felice ci assicura la sua protezione, dobbiamo noi assicurare la nostra risposta», ha detto sottolineato il sacerdote.
Il vescovo Marino: «Maria indica all'uomo la via del sì alla grazia di Dio»
Lo scorso 15 novembre, solennità del santo vescovo nolano, il ‘miracolo della manna’ non si era verificato. Si è invece verificato ieri, quasi il santo abbia voluto invitare a guardare, attraverso il “sì” di Maria all’unico “santo” degno di devozione e venerazione: il Dio fatto uomo per la salvezza dell’umanità. Attraverso Maria la grazia di Dio si fa carne: «Quando l'Angelo si rivolge a Maria la chiama “piena di grazia”, quasi un nome nuovo che ben descrive il significato profondo della festa che stiamo celebrando. La chiama piena di grazia, tutta santa, come dicono gli orientali. In quel saluto c'è tutto l'amore di Dio per la sua persona e per il compito, per la funzione che Maria era chiamata a svolgere nella storia della salvezza: madre del figlio di Dio, il figlio eterno, coeterno con il Padre, come il concilio di Nicea ricorderà i cristiani di allora e ricorda a noi oggi. Coeterno con il Padre, consostanziale al Padre. E questa madre, in quello stesso momento, è anche madre della Chiesa, madre nostra, madre dei figli di Dio, che sono nell'evento stesso della incarnazione del figlio di Dio, del verbo di Dio, resi partecipi della sua grazia di capo della Chiesa, capo dell'umanità rinnovata dalla grazia, redenta da Gesù Cristo. E siccome Cristo è uno, la madre del Cristo capo è anche madre del Cristo corpo, del corpo mistico di Cristo che siamo noi, madre dunque nostra», ha detto il vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino, durante l’omelia di ieri sera in Cattedrale.
Come Maria, la Chiesa gioisce ancora dell’annuncio della salvezza e si “fa serva” del Signore rimettendo la propria libertà nelle sue mani per poter vivere la partecipazione alla grazia cui ha chiamato ogni uomo. «Come dice Paolo nella Lettera agli Efesini: poiché Dio ci ha benedetti in Cristo, cioè ci ha rigenerati in Cristo, noi possiamo benedire Dio. E lo facciamo nell’Eucaristia, con cui rendiamo grazie. Paolo non parla di Maria, parla dei cristiani, parla di noi: in Cristo il Padre ci ha scelti prima della creazione ad “essere santi e immacolati” nella carità. Questo è il disegno di Dio che non è semplicemente qualcosa che è nella mente di Dio ma è qualcosa che si realizza nella storia e quindi questa è la nostra vocazione se vogliamo, questo è anche il senso della creazione intera», ha aggiunto monsignor Marino.
Immacolata Concezione: il "sì" che ha cambiato la storia
L'8 dicembre la Chiesa celebra l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. «Dio – sottolinea il Catechismo della Chiesa cattolica – ha scelto gratuitamente Maria da tutta l’eternità perché fosse la Madre di suo Figlio; per compiere tale missione è stata concepita immacolata». Il dogma fu proclamato l’8 dicembre 1854 da papa Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus”. «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione - si legge nel testo della bolla - per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».