La chiesa di Nola ospite di «Ascolta si fa sera»

Ogni giovedì in onda la riflessione del direttore dell'Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi di Nola, Mariangela Parisi

La Diocesi di Nola ospite della trasmissione radiofonica di Rai Radio 1 "Ascolta si fa sera". Nei cinque giovedì del mese di maggio, andrà in onda una breve riflessione a cura del direttore dell'Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Nola, Mariangela Parisi, consacrata dell'Ordo Virginum.

Compagni di viaggio del direttore Parisi saranno: il lunedì, la biblista Annalisa Guida, docente della Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale; il martedì, Luca Anziani, pastore della Chiesa valdese di Vasto e della Chiesa medotista di Pescara; il mercoledì, monsignor Franco Lovignana, vescovo della diocesi di Aosta; il venerdì, Alessandra Carenzio, professoressa di didattica dell'Università cattolica del Sacro Cuore; il sabato, Riccardo di Segni, rabbino capo della Comuità ebraica di Roma; la domenica, monsignor Vito Piccinonna, vescovo di Rieti. 

Le puntate sono in programma dal lunedì al venerdì dalle 20:58 alle 21:00, il weekend dalle 23:05 alle 23:12. La trasmissione "Ascolta si fa sera" è uno spazio di riflessione interreligiosa su temi dell'attualità e dello spirito. Cattolici, ebrei ed evangelici per sette giorni accompagnano gli ascoltatori alla fine della loro giornata.

Come San Giuseppe custodi dei sogni di lavoro

Per il primo appuntamento, in onda il 1° maggio, Parisi ha scelto di riflettere sulla figura di San Giuseppe lavoratore. Questo il testo della riflessione.

«Buonasera da Nola, sono Mariangela Parisi, consacrata dell’Ordo Virginum. Giornata speciale è quella di oggi, dedicata alla memoria liturgica di San Giuseppe Lavoratore. Un lavoratore capace di sognare, ci raccontano i Vangeli. Sogno e lavoro sono termini che in effetti viaggiano spesso insieme. Ogni bambino, immaginandosi adulto, si vede impegnato nel lavoro dei propri sogni. Un futuro che non sempre diventa però realtà.
Spesso i sogni si infrangono contro le strutture di un mondo del lavoro che sembra sempre meno a misura d'uomo. E così, da possibilità per cooperare con Dio, al bene e al bello di quanto da Lui creato, il lavoro diviene condizione di sfruttamento, schiavitù, frustrazione, pericolo di vita, segno di sogni delusi. Sogni che Dio però non lascia di disperdano.
Non mancano infatti uomini e donne che, avendo realizzato il proprio sogno di lavoro, nel quotidiano accolgono e custodiscono i sogni altrui, perché trovino nuove strade di futuro e di dignità. Uomini e donne che, come Giuseppe, scelgono di sperare anche per chi non riesce più a sperare scelgono di lottare con chi e per chi crede non sia più un diritto sognare, di stare dalla parte di chi pensa che la vita sia solo un sopravvivere. E noi invece, guardando a Giuseppe, da che parte vogliamo stare?».

Ascolta le riflessioni

 




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