Aree interne: i vescovi scrivono al Parlamento

Al termine del convegno annuale dei vescovi delle Aree interne è stato pubblicato un documento che ha raccolto finora l’adesione di 139 tra cardinali, arcivescovi, vescovi e abati

Circa trenta vescovi, provenienti da undici regioni d’Italia, si sono ritrovati, il 25 e il 26 agosto presso il Centro “La Pace” di Benevento, per condividere buone prassi e delineare una proposta pastorale per territori segnati da spopolamento e fragilità, alla luce del recente Piano strategico nazionale delle Aree interne, in occasione del consueto convegno annuale sul tema che si è concluso con l’intervento dell’arcivescovo di Bologna e del presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), il cardinale Matteo Zuppi. Al termine delle due giornate, è stata pubblicata una «Lettera aperta al Governo e al Parlamento».

Una risposta concreta dal Convegno dei Vescovi delle Aree interne

Di fronte al quadro delineato dal Piano strategico nazionale delle Aree interne, recentemente pubblicato, e alle prospettive da esso adombrate, le Chiese locali levano la loro voce affinché queste zone non vengano abbandonate, indicando percorsi possibili e piste di azione concrete. Per questo motivo, a chiusura delle due giornate di lavoro e confronto, è stata pubblicata una Lettera aperta ed indirizzata al Governo e al Parlamento che verrà consegnata all’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili”. Il documento ha raccolto finora l’adesione di 139 tra cardinali, arcivescovi, vescovi e abati.

«La lettera è un contributo che offriamo al Governo e al Parlamento, perché non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a sancire la morte di una parte significativa della Nazione. Ne sortirebbe un danno per tutti. Noi crediamo che, accanto alle criticità, che pure ci sono, le Aree interne possono vantare grosse potenzialità, che devono però essere valorizzate in un progetto organico che richiede tempi anche lunghi. Una sfida che la politica deve saper cogliere se non vuole assistere al proprio fallimento. Noi siamo già presenti sul campo e siamo disponibili a offrire il nostro contributo», ha dichiarato l’Arcivescovo della diocesi di Benevento, monsignor Felice Accrocca a cui si deve l’iniziativa del convegno.

Una lettera aperta al Governo e al Parlamento

La Lettera richiama l’attenzione su territori spesso dimenticati, ma che custodiscono energie preziose per il futuro del Paese. I firmatari chiedono interventi strutturali e strategie lungimiranti che sappiano riconoscere e mettere a frutto le risorse locali.

«Nella difficile fase in cui siamo immersi è indubbio che nel Paese si stia allargando la forbice delle disuguaglianze e dei divari, mentre le differenze non riescono a diventare risorse, tanto da lasciare le società locali – e in particolare i piccoli centri periferici – alle prese con nuove solitudini e dolorosi abbandoni. Sullo sfondo, assistiamo alla più grave eclissi partecipativa mai vissuta. S’impone, dunque, una diversa narrazione della realtà, capace nel contempo di manifestare una chiara volontà di collaborazione e di sostegno autentico ed equilibrato, al fine di favorire le resistenze virtuose in atto nelle cosiddette Aree Interne, dove purtroppo anche il senso di comunità è messo a rischio dalle continue emergenze, dalla scarsa consapevolezza e dalla rassegnazione», si legge nell’incipit della lettera dei Vescovi.

In quello che rimane un difficile contesto, la Chiesa vuole essere presente: «In questo quadro complesso – e preoccupante! –, la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale – si legge ancora nella lettera -. Già nel maggio 2019 i vescovi della Metropolia beneventana sottoscrissero un documento (Mezzanotte del Mezzogiorno? Lettera agli Amministratori) che metteva a fuoco il persistente e grave ritardo nello sviluppo delle cosiddette “aree interne”. Prese avvio allora un percorso che ha avuto i suoi sviluppi. Via via s’è andata difatti manifestando in maniera crescente anche l’esigenza di mettere a fuoco la questione da un punto di vista più strettamente pastorale: è per questo che, dal 2021 ogni anno, a Benevento, s’incontrano vescovi provenienti da tutte le regioni d’Italia al fine di avviare un confronto con l’obiettivo, se non di enucleare una pastorale per le aree interne, almeno di abbozzarne qualche linea».

Il messaggio dei vescovi nella lettera vuole arrivare chiaramente alle Istituzioni per sollecitare con le buone prassi e con le risorse in campo: «Come vescovi e pastori di moltissime comunità fragili e abbandonate, quindi, non possiamo e non vogliamo rassegnarci alla prospettiva adombrata dal Piano strategico nazionale delle Aree interne; risuonano anzi ancor più forti, dentro di noi, le parole del profeta: “Figlio dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele” (Ez 3,17). Non possiamo del resto non considerare come, nel corso degli anni, documenti e decreti governativi e regionali siano finiti in un ingorgo di dispositivi legislativi per lo più inapplicati, non di rado utili soltanto a consolidare la distribuzione di finanziamenti secondo logiche politico-elettorali, mettendo spesso le piccole realtà in contrasto tra loro e finendo per considerare come progetti strutturali piccoli interventi stagionali. Chiediamo perciò che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne. Sollecitiamo le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel Paese. Chiediamo altresì di avviare un percorso plurale e condiviso in cui gli attori contribuiscano a costruire partecipazione e confronto così da generare un ripopolamento delle idee ancor prima di quello demografico».

IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA




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