Anche un gruppo di giovanissimi della comunità interparrocchiale San Pietro Apostolo e Immacolata Concezione, la scorsa settimana, ha vissuto l'esperienza del Giubileo a Roma.
L'esperienza del Giubileo vissuta dai giovanissimi di Cicciano
Guidati dal parroco, don Mariano Amato, e da suor Federica, religiosa alcantarina, il gruppetto di adolescenti ha affrontato un viaggio ricco di spiritualità ma anche di arte, nel segno della Speranza nell'Anno del Giubileo.
«Siamo stati a Roma con un gruppetto di giovanissimi (14-18 anni) vivendo insieme la grazia del giubileo! Siamo stati ospiti della comunità di Nomadelfia a Monte Mario e nel nostro pellegrinaggio del cuore, che ci ha portato ad attraversare la porta santa di San Pietro, ci siamo fatti aiutare dai quadri del Caravaggio presenti a Roma, in particolare la vocazione di Matteo e la conversione di San Paolo! Sono stati giorni belli, di fraternità, amicizia nei quali i nostri ragazzi hanno guardato un po' il loro cuore inquieto, le ferite, gustando quanto Dio ci ami!», ha raccontato suor Federica, francescana alcantarina della Fraternità San Giuseppe di Cicciano.
Suor Federica: «È stato un viaggio dentro al nostro cuore»
«"Alla porta del cuore" è il tema scelto per l'esperienza che abbiamo pensato e desideto per i nostri ragazzi per fare vivere loro la grazia del Giubileo, per far loro godere delle bellezze di Roma, in fraternità - ha aggiunto suor Federica -. È stato un viaggio dentro al nostro cuore, guardando cosa c'è dentro, cosa ci ferisce, cosa ci manca, scoprendoci grazie al dono della misericordia, Figli Amati! Ci siamo lasciati condurre dai quadri del Caravaggio, in particolare la vocazione di Matteo nella Chiesa di San Luigi dei francesi e la conversione di Paolo a Santa Maria del Popolo. Il momento centrale e più emozionante è stato attraversare la porta santa a San Pietro, certi di essere perdonati e amati tremendamente».
«È stata una esperienza di luce: che ha illuminato il buio della quotidianità lasciandoci piccoli semi da coltivare con pazienza e di cui prendersene cura con gesti autentici. Perché certe esperienze non finiscono, mettono radici in noi e continuano a vivere nel mondo in cui scegliamo di restare presenti ogni giorno», ha raccontato la giovanissima Felicia Ferraro.